1930, Le Mans. Sono due i debutti importanti sulla griglia di partenza dell’ottava edizione della 24 ore: Mercedes schiera una vettura al via e per la prima volta una donna è iscritta all’evento. A differenza degli altri anni, inoltre, vengono consentite iscrizioni di team privati oltre che ai costruttori.
A causa della crisi che ha investito l’industria automobilistica, solo diciassette modelli si presentarono sulla linea di partenza. Questa cifra è ancora il record per il minor numero di concorrenti presenti ad un’edizione della 24 ore di Le Mans.
Le prime ore di gara furono segnate da ritmi forsennati, i protagonisti sfioravano il 200 Km/h prima della staccata alla curva Mulsanne. La lotta al vertice era tra la neo arrivata Mercedes di Caracciola/Wener e la Bentley di Birkin/Chassagne, una bagarre oltremodo spettacolare tra sorpassi con due ruote fuori dalla pista e staccate all’ultimo.
Più attardate le Stutz, Alfa Romeo e Talbolt. Queste ultime avevano però un vantaggio che in poche ore avrebbe pagato moltissimo: erano infatti in grado di restare in pista quasi un’ora in più dei rivali prima del rifornimento. Con il passare delle ore ci furono anche i primi ritiri causati dai guasti, tra i quali lo spettacolare incendio di una Talbolt.
Nella notte, il team manager di Mercedes autorizzò i suoi piloti ad utilizzare il “supercharger” per consentire loro di recuperare il terreno perso dalla vetta. La mossa diede avvio ad una battaglia al vertice tra Mercedes e Bentley, i tedeschi dovettero arrendersi e ritirarsi a causa di problemi elettrici. Bentley si ritrovò in vetta con tre unità, una fase che non durò a lungo. Una delle auto inglesi dovette arrendersi per delle noie meccaniche, la terza piazza fu ereditata da una delle Talbolt che seguiva.
I britannici festeggiarono in parata, il brand inglese monopolizzò i primi due gradini del podio con Woolf Barnato/Glen Kidston davanti a Frank Clement/Dick Watney. Terza piazza per Brian Lewis, Baron Essendon/ Hugh Eaton (Talbot), abili a precedere l’auto gemella di Tim Rose-Richards/Johnny Hindmarsh e l’Alfa Romeo 6C-1750 Super Sport di Earl Howe/Leslie Callingham.
Marco Rocchi
Foto. 24 Hours of Le Mans
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