Le Mans, 17 giugno 1939. Sulle automobili al via alla sedicesima edizione della 24 ore di Le Mans si notano i sempre più vistosi dispositivi aerodinamici sviluppati dagli ingegneri per tentare di primeggiare sulla concorrenza in una gara sempre più competitiva dove il limite sul giro, così come il record di chilometri percorsi, venivano migliorati anno dopo anno. Alfa Romeo aveva alzato il tiro con la 8C 2900 che grazie alle sue linee volte a ridurre l’attrito era praticamente imprendibile sui rettilinei grazie alle sue 150 miglia orarie (241 Km/h). Quest’ultima sembrava imbattibile, ma un problema cambiò le sorti della graduatoria generale.
Lagonda, Delahaye, Talbolt, Delage e Bugatti sono i marchi che si contendono le posizioni di testa al via, vetture che dopo poche ore dovettero affrontare anche la Delage guidata da Louis Gerard. Inizio da incorniciare per quest’ultimo che in pochi giri ha agguantato la testa della classifica partendo dalla sesta posizione.
Seconda piazza, a dieci secondi di distacco, per la Delahaye guidata da Robert Mazaud. Vantaggio annullato dopo il primo giro di pit stop che ha aperto ad una battaglia fra le due vetture a colpi di giri veloci durata diverse ore.
Alle prime ore dell’alba il duo venne raggiunto dalla Talbolt di Chinetti/Matthieson, dalla Bugatti di Wimille/Veryon e dalla Delage di Hug/Loyer. Il sopraggiungere degli avversari costrinse Mazaud a controllare sempre più spesso gli specchietti retrovisori, una situazione che permise a Gerard di scappare e guadagnare oltre un giro di vantaggio. Diversi problemi ai rivali garantirono una leadership sempre più ampia, attaccata solo dalle Bugatti che in alcune ore riuscirono a diminuire di un giro il vantaggio del leader.
A poco dalla conclusione, la rottura di una valvola costrinse la vettura di Gerard/Monneret a diminuire consistentemente la velocità. Nonostante gli sforzi dovette cedere la testa della corsa alla Bugatti del duo Wimile/Veryon che chiuse con tre giri di vantaggio sulla Delage. Delle quarantadue auto alla partenza, solo venti tagliarono il traguardo.
Il record di 3354 chilometri coperti sulle ventiquattro ore resterà imbattuto fino al 1950. Da lì a pochi mesi il Mondo sarebbe sprofondato nell’incubo della Seconda Guerra Mondiale e per dieci anni automobili e piloti provenienti da tutta l’Europa non avrebbero più dato spettacolo sul Circuit de la Sarthe.
Marco Rocchi
Foto. 24 Hours of Le Mans
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