A vent’anni di distanza dall’ultima competizione (1959), molte sono le novità introdotte per una nuova era della 24 Ore di Le Mans. I nuovi regolamenti, basati su quelli della neonata FIA, prevedevano la divisione delle vetture in dieci classi. Oltre alle automobili stradali, sono ammessi al via anche prototipi da corsa.
Tra gli esordienti, Enzo Ferrari, team manager di Alfa Romeo durante i successi degli anni 30, si presentava al via con due vetture costruite dal suo marchio equipaggiate da un motore V12. L’edizione 17 della corsa è anche il palcoscenico per i primi test nell’utilizzo di radio per collegare i piloti con gli ingegneri. Sulla griglia di partenza si presenta per la prima volta anche la Delettrez, contraddistinta da un motore Diesel.
Alla partenza, le Delahay dettarono da subito il passo allontanandosi dalla concorrenza. Anche Ferrari si distinse capitanando la concorrenza sin dalle prime ore con la 166 M affidata a Luigi Chinetti.
Grazie a problemi meccanici degli avversari e ad incidenti, a mezzanotte Chinetti guidava la 24h Le Mans con un piccolo vantaggio sugli inseguitori. Chinetti, al volante sin dall’inizio della corsa, finirà per completare oltre ventidue ore di gara. Il suo compagno, infatti, non riuscirà a mettersi alla guida a causa degli effetti dell’abuso di Brandy nelle ore precedenti. A dodici ore dal via, con tre giri di vantaggio sugli inseguitori, Chinetti cede per 72 minuti la vettura al suo compagno di squadra Peter Mitchell-Thomson prima di tornare alla guida della Ferrari che inizia a soffrire di problemi alla frizione che consentono alla Delage di Louveau/Gèrard di recuperare terreno.
Presto le noie meccaniche iniziarono anche per la Delage che mostrava importanti fuoriuscite di fumo. Dietro, l’Aston Martin di Marechal/Mathieson accusava un danno ai freni. A tre ore dalla fine, l’impianto frenante dell’Aston Martin cedette definitivamente, la vettura si schiantò e l’incidente fu talmente violento che il motore schizzò fuori dall’automobile. Pierre Maréchal fu immediatamente trasportato in ospedale, ma morì il giorno seguente a causa delle lesioni subite alla spina dorsale.
Nelle ultime ore, Louveau recuperò due giri sulla Ferrari, sempre più in difficoltà con il passare delle ore. Out anche la Talbolt #1, quarta posizione che fu costretta a ritirarsi all’ultimo giro a causa di un problema al motore.
Ferrari manterrà fino al 2015 il record di vettura con il più piccolo motore vincitrice a Le Mans. L’auto gemella, ritirata dopo poche ore dal via a causa di problemi meccanici, dopo essere stata riparata parteciperà la settimana successiva alla 24 Ore di Spa, vincendo sempre nelle mani di Luigi Chinetti.
Marco Rocchi
Foto. 24 Hours of Le Mans
Lascia un commento