100 volte Le Mans

Fari fendinebbia, freni a disco, lampade a led e motori ibridi sono solo alcuni esempi delle innovazioni che in cento anni di storia la 24 Ore di Le Mans ha portato dalla pista alla strada. A sottolineare il legame indissolubile fra la leggendaria classica francese e il progresso tecnologico, nel 2012 ACO diede il via a “Garage 56”, un posto sulla griglia riservato a progetti innovativi che prende il nome dal numero di box assegnato al team che, nell’anno in corso, prende parte alla competizione.

Non esistono regolamenti tecnici ufficiali, così che sia lasciata agli ingegneri la massima libertà possibile. L’unica imposizione è che la vettura passi tutti i test di sicurezza. Infine, i prototipi presentati non fanno parte della competizione ufficiale.

Ad inaugurare l’iniziativa nel 2012 fu la DeltaWing, un prototipo dalle linee ispirate ad un razzo spaziale sviluppato da Nissan. Grazie ai soli 500 kg di peso, era equipaggiata con un motore a quattro cilindri in linea che le dava potenza sufficiente per poter competere con le vetture di classe LMP2 prima che un incidente la costringesse al ritiro.

Sempre a firma Nissan, due anni dopo apparve la ZEOD RC, equipaggiata con due motori: uno termico ed uno elettrico. Durante le prove ufficiali, la ZEOD riuscì a completare un giro completamente in modalità elettrica. Purtroppo, in gara fu costretta al ritiro a causa di un problema al cambio.

Nel 2016 fu la volta della SRT 41, un’auto progettata a partire da una Morgan LMP2 per consentire a piloti disabili di prendere parte alle competizioni automobilistiche. Il protagonista assoluto fu Frédéric Sausset, un pilota quadri amputato. Acceleratore e freno erano controllati da Sausset con le cosce mentre lo sterzo era controllato con un sistema connesso agli altri del pilota. L’auto era, inoltre, guidabile con i comandi standard dai suoi compagni. La SRT 41 fu la prima vettura nell’ambito del progetto Garage 56 a vedere la bandiera a scacchi.

Dopo alcuni anni in cui il Garage 56 rimase vuoto, nel 2021 Il team SRT 41 fu di nuovo sulla griglia di partenza, questa volta con una Oreca 07-Gibson adattata per consentire ai due piloti paraplegici Takuma Aoki e Nigel Bailly di guidare a fianco del terzo pilota Matthieu Lahaye, che invece utilizzava i classici comandi dell’automobile. Anche il secondo tentativo di SRT 41 si concluse positivamente sotto la bandiera a scacchi.

Garage 56 ha aperto nuove strade per l’innovazione tecnologica, sfidando gli status quo e spingendo i limiti del possibile. Ha dimostrato che l’automobilismo sportivo non è solo una competizione di velocità, ma anche un terreno fertile per l’introduzione di soluzioni tecniche all’avanguardia per influenzare il futuro dell’industria automobilistica. E chissà che un giorno non andremo tutti a pesca con un’Audi R18, come nello spot televisivo proposto dalla casa tedesca, proprio in occasione della 24 Ore di Le Mans.

100 volte Le Mans (prologo)

Atto primo

Atto secondo 

Atto terzo

Atto quarto

Atto quinto

Atto sesto

Atto settimo 

Atto ottavo

Atto nono

Atto decimo

Atto undicesimo

Atto dodicesimo

Atto tredicesimo

Atto quattordicesimo

Atto quindicesimo

Atto sedicesimo

Atto diciassettesimo

Atto diciottesimo

Atto diciannovesimo

Atto ventesimo

Marco Rocchi

Foto. 24 Hours of Le Mans

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