Nonostante le sei ore di qualifica, la pole position dell’edizione 2016 della 24 ore di Le Mans fu sigillata nei primi dieci minuti della prima sessione da Neel Jani (Porsche 919 Hybrid # 2). Seconda piazza per la gemella #1, seguita dalle Toyota TS050 Hybrid #6 e #5. Terza fila per le due Audi #7 e #8.
La gara partì dietro la Safety Car, a causa della grande quantità di acqua presente sul circuito in seguito ad un violento temporale. Dopo cinquantatré minuti dal via ufficiale, le operazioni passarono sotto il controllo di Jani con la safety car di rientro ai box. Al termine dell’ottavo giro, era la Toyota #6, nelle mani di Mike Conway, a dettare il passo davanti alle due Porsche e alla gemella #5.
L’ordine nelle posizioni di testa fu invertito dopo il primo turno di pit in cui tutte le LMP1 passarono a gomme slick. Lotterer, sull’Audi #7, uscì al comando davanti alla Porsche #1 ed iniziò a costruire il suo vantaggio, allungando fino a sette secondi il distacco quando fu costretto ad un pit non previsto a causa di un problema al turbo della sua R18.
La miglior efficienza nei consumi consentiva a Toyota di battagliare contro la più performante Porsche, con Webber e Kobayashi in continua lotta per quasi tre ore. Con l’arrivo della notte, le condizioni della pista sembravano favorire Toyota, con Kobayashi che iniziò ad allungare sul gruppo, registrando anche il miglior tempo sul giro in gara. Le stesse condizioni non si dimostrarono favorevoli per le Audi, che si distaccarono dal gruppo di testa. La situazione peggiorò anche per la 919 #1, costretta ad una sosta di oltre quattro ore a causa di un problema alla pompa dell’acqua e un conseguente innalzamento delle temperature del motore.
La notte proseguì con una Safety Car e diverse slow zone, necessarie per recuperare diverse LMP2 e GTE vittime di incidenti. La procedura con multiple Safety Car in pista, unita ad un azzardo strategico, separò le due Toyota dal resto del gruppo di LMP1 ancora in gara, lasciando la Porsche #2 in vantaggio ma con un pit in meno. Dopo aver recuperato il pit, la #2 fu passata da entrambe le Toyota che tornarono a comandare il gruppo. Il passo migliore delle due vetture giapponesi consentì di stabilire un margine considerevole tra la seconda e la terza piazza.
Il diverso sincronismo dei pit consentì alla #2 di non perdere mai il contatto dalle due Toyota, anche grazie ai problemi accusati dalla #6, finita nella ghiaia dopo un contatto e poi costretta ad una sosta supplementare per riparare il fondo della vettura danneggiata. Con uno stint da 14 giri, la #2 si allineò alla strategia di Toyota, che guidava con poco più di un minuto di vantaggio.
A sei minuti dal termine, quando ormai la vittoria della 24 Ore di Le Mans sembrava andasse per la prima volta nella storia in casa Toyota, Kazuki Nakajima, alla guida della #5, rallentò improvvisamente sul rettilineo di Mulsanne a causa di un malfunzionamento al sistema di raffreddamento del turbo. Due minuti più tardi la situazione peggiorò ulteriormente e la TS050 si fermò completamente pochi metri oltre la linea del traguardo. Qualche istante dopo lo scoccò la ventiquattresima ora, Jani, sulla Porsche #2, passò la Toyota ed iniziò l’ultimo giro di gara.
La vittoria andò in modo incredibile alla Porsche #2 di Marc Lieb/Romain Dumas/Neil Jani, davanti alla Toyota #6 di Stéphane Sarrazin/Mike Conway/Kamui Kobayashi e ad all’Audi #8 di Loic Duval/Lucas Di Grassi/Oliver Jarvis
Il 22mo atto di ‘100 volte Le Mans’ conclude un lunghissimo cammino in vista del centenario della competizione automobilistica più importante dell’intero calendario agonistico. Da domenica tutti i piloti ed i team effettueranno i tradizionali test che precedono il via dell’evento, una significativa prova in vista delle libere e delle qualifiche che vivremo da mercoledì 7 giugno.
Marco Rocchi
Foto. 24 Hours of Le Mans
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