Ferrari ottiene con Antonio Giovinazzi #51 la pole per la Lone Star Le Mans, sesto atto del FIA World Endurance Championship 2024. Il pugliese si impone contro il cronometro al COTA tenendo testa alla 499P #83 AF Corse di Robert Kubica e la Cadillac #2 di Alex Lynn.

Il polacco e l’inglese si devono arrendere all’ex pilota di F1 che ha confermato nella decisiva Q2 quanto fatto davanti ad Antonio Fuoco #50 nella Q1. Il calabrese, invece, si è classificato quinto alle spalle dell’Alpine #35 di Charles Milesi.

Completano la Top10 la Porsche #5 di Matt Campbell e le due BMW di Robin Frijns #20 e Dries Vanthoor #15, le due auto di WRT si sono inserite davanti alla Toyota #7 di Kamui Kobayashi e la Porsche #12 Hertz JOTA di Norman Nato.

Esclusa dalla Q2 la Toyota #8 e la Porsche #6 leader del campionato. L’auto nipponica si è fermata in 12ma piazza alle spalle della Peugeot #93, mentre il francese Kevin Estre non è riuscito a fare meglio della 14ma posizione overall.

13mo posto per l’Alpine #36, 15mo per la Peugeot #94 che domani chiuderà la lista delle Hypercar insieme a Proton Competition Porsche #99, Hertz JOTA Porsche #38 e la Lamborghini #63.

LMGT3

Ian James ottiene la prima pole nel FIA WEC in carriera con Heart of Racing Aston Martin #27. Il padrone e pilota della compagine legata al brand britannico festeggia beffando Sarah Bovy (Iron Dames Lamborghini #85), un ottimo François Heriau (VISTA AF Corse #55)  ed il leader del campionato  Alex Malykhin (Manthey Pure Rxcing Porsche #92).

Ian James COTA 2024

Segue nell’ordine la Corvette #81 TF Sport di Tom Van Rompuy e Thomas Flohr con la seconda 296 GT3 targata VISTA AF Corse. Presente in Top10 anche United Autosports McLaren #59 e D’Station Aston Martin #777, Proton Competition Ford #88 e WRT BMW #31, mentre dobbiamo scendere fino alla 15ma ed alla 16ma casella della griglia per trovare la BMW #46 WRT e la Porsche #91 Manthey EMA.

Domani alle 20.00 italiane una nuova impedibile sei ore per quanto riguarda il FIA World Endurance Championship.

Luca Pellegrini

Foto. Piero Lonardo

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