Per la seconda edizione della 24 ore di Le Mans, ACO decise di spostare la gara a giugno per avere più ore di luce possibili ed evitare parte delle problematiche sorte durante la notte dell’anno precedente. Dato l’inaspettato grande numero di auto iscritte, si giunse alla conclusione che il format triennale non era attuabile. Si optò per un evento biennale (1924 – 1925), mantenendo comunque anche la coppa triennale (1923 – 1925), con il vincolo che ogni team poteva iscrivere una sola vettura a questa seconda competizione.
Delle trenta vetture che completarono la gara nel 1923, 21 si iscrissero alla nuova edizione. Sei degli undici costruttori che presero parte alla prima edizione non tornarono, mentre sei nuovi costruttori francesi si aggiunsero alla griglia di partenza.
Fu Émile Coquille a dare il via alla seconda 24 ore di Le Mans. Al termine del primo giro, la battaglia al vertice era tra la Bignan del duo De Marne/Ledure e la Chenrad/Walcker di Lagache/Lèonard. La gara si avvia su ritmi altissimi: il record sul giro segnato l’anno precedente venne abbassato dopo pochi giri di quindici secondi dalla vettura guidata da De Marne.
Sin da subito fu chiaro che il problema principale di tutte le vetture sarebbe stato il caldo. De Marne venne squalificato per aver rabboccato il radiatore prima del limite minimo di giri da percorrere per potersi fermare ai pit stop, e lo stesso avvenne per altre vetture che non riuscirono a completare i venti passaggi prima della sosta ai box per il rifornimento.
L’esclusione della Bignan affidata a De Marne/Ledure permise a Lagache di costruire un divario importante sul resto del gruppo, uno scarto che rimase intatto fino alle 20.00. Il calare del sole portò ad un vero e proprio colpo di scena, l’auto affidata a Lèonard prese infatti fuoco sul rettilineo di Mulsanne.
Dopo sei ore di gara erano 25 le automobili ancora in corsa. La Bentley, unica vettura non francese al via, dopo una partenza in sordina, si trovava al terzo posto dietro alle due Lorraine. Una di queste ultime uscì di pista nella notte e, nonostante le riparazioni, non fu in grado di tornare in vetta. La seconda, invece, fu costretta a cedere il passo alla Bentley in seguito ad alcune rotture dovute alle continue sollecitazioni della pista.
A diciotto ore dal via, con 97 giri percorsi,, la Bentley guidata da Frank Clement comandava la corsa con due minuti di vantaggio sulla Lorraine. Quest’ultima si fermò definitivamente dopo 21 ore di gara a causa del cedimento di una valvola. Un’ora e mezza più tardi, nonostante tutto fosse nella norma, la Bentley si fermò ai pit per sostituire gli pneumatici per arrivare poi al traguardo.
L’auto britannica, nonostante una lunga sosta ai box per cambiare le gomme, ha mantenuto il vantaggio. L’episodio, avvenuto nelle ultime fasi corsa, ha rischiato di pregiudicare l’intero risultato della coppia formata da John Duff/Frank Clement, meritatamente vincitori davanti a Stoffel/Brisson (Bigan) e De Courcelles/Chavèe (Bigan).
Marco Rocchi
Foto. 24 Hours of Le Mans
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