100 volte Le Mans

Iniziamo il racconto con l’assenza di Renault-Alpine, binomio che dopo aver vinto l’edizione del 1978 decise di spostare l’attenzione al mondo della Formula 1. Porsche divenne automaticamente la favorita d’obbligo per la 24 Ore di Le Mans del 1979, gara che fu preceduta da alcune modifiche alle 936. Il costruttore tedesco decise di intervenire al fine di risolvere alcuni problemi d’affidabilità, una missione non scontata.

Come da pronostico, la pole position andò alla 936 di Bob Wollek. Nessuna speranza per i competitor alla partenza, al termine del primo giro le due auto teutoniche avevano già dieci secondi di vantaggio sugli inseguitori. Nemmeno un problema al pit per Ickx riuscì a fermare le Porsche, padrone della scena al via.

Dopo il primo cambio pilota, Redman, che aveva ricevuto la macchina da Ickx, forò uno pneumatico e dovette tornare ai box danneggiando la vettura. Le riparazioni costarono alla 936 17 giri. L’auto gemella, invece, quella del duo Wollek/Haywood, fu costretta ad una sosta ai box per riparare le pompe del carburante perdendo mezz’ora e cedendo il comando delle operazioni alla Mirage di Bell/Hobbs che mantenne la prima posizione per tre ore fino a quando fu costretta ad un lungo pit per riparare i danni al diffusore causati dalle vibrazioni.

In vetta passarono le due Porsche 935, meno performanti sulla carta, ma più affidabili. Le auto private Kremer persero diverso terreno durante il pit stop, durante il rifornimento di carburante una delle 965 prese fuoco e dovette perdere tempo per riparare i danni.

Poco dopo le 10 di sera, la Chevron guidata da Marc Sourd si schiantò alla nuova curva Tetre Rouge, un commissario che fu trasportato all’ospedale.

Durante la notte, invece, la vettura di Ickx, che si trovava in settima posizione, fu squalificata a causa dell’aiuto ricevuto da Ickx, mentre cercava di riparare un danno alla cinghia della sua Porsche ferma in pista. Due meccanici lanciarono i pezzi di ricambio al pilota, l’auto era parcheggiata alla curva Mulsanne. Secondo il regolamento, il pilota avrebbe dovuto riportare l’auto ai box prima di consentire ai meccanici di operare.

La mattina, la gara sembrava ampiamente sotto il controllo del team Kremer con tredici giri di vantaggio sulla 935 del team Barbour. Un problema al turbocompressore della vettura in testa, però, costrinse il pilota Don Whittington a tornare ai box. Il vantaggio si riduce giro dopo giro fino ad essere di sole tre tornate.

La rimonta della 935 in seconda piazza fu però rallentata da un lentissimo pit che cambiò le carte in tavola. A pochi minuti dal termine, la Porsche del team Barbour fu costretta a fermarsi a bordo pista per una noia meccanica. Allo scoccare della ventiquattresima ora, dopo che la vettura del team Kremer tagliò il traguardo, con fatica la 935 riuscì a raggiungere la bandiera a scacchi conquistando la seconda piazza. Il podio fu completato dalla Porsche 935-K3 #40, altra auto gestita dal Porsche Kremer Racing.

100 volte Le Mans (prologo)

Atto primo

Atto secondo 

Atto terzo

Atto quarto

Atto quinto

Atto sesto

Atto settimo 

Atto ottavo

Atto nono

Atto decimo

Atto undicesimo

Marco Rocchi

Foto. 24 Hours of Le Mans

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