La novità principale dell’edizione numero 80 della 24 Ore di Le Mans fu l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti che consentirono per la prima volta l’iscrizione di vetture ibride, lasciando però spazio anche alla vecchia generazione di LMP1.
La pole position 2012 andò all’Audi R18 e-tron (ibrida) #1 di Lotterer/Fässler/Tréluyer, seguiti dalla R18 ultra (non ibrida) #3 di Gené/Dumas/Duval. Terza posizione per la Toyota TS030 (l’altra vettura ibrida in gara) #8 di Davidson/Buemi/Sarrazin.
Alla partenza, Lotterer mantenne la posizione ed iniziò a mettere spazio fra la sua R18 e gli inseguitori. L’Audi #2 di McNish/Capello/Kristensen, partita dalla quarta posizione, passò la Toyota al primo giro segnando un 1-2-3 Audi.
Un pit stop prolungato per la #2, costretta a rimuovere detriti bloccati nella sospensione posteriore destra, consegnò il secondo e terzo posto alle due Toyota che, nonostante fossero meno efficienti delle Audi, riuscivano a sviluppare un passo gara migliore. Al termine della quinta ora, Lapierre, sulla Toyota #7 guidava la 24h du Mans davanti alla #1.
All’inizio della sesta ora, uno spaventoso incidente costrinse la Toyota #8 al ritiro. In fase di doppiaggio di una GT, Davidson colpì la Ferrari #81 volando in aria, per poi atterrare e finire contro le barriere alla curva Mulsanne. La gara venne posta sotto safety car per 70 minuti per consentire le riparazioni delle barriere danneggiate con l’Audi #1 in prima posizione seguita dalla Toyota #7.
Trenta secondi dopo la ripartenza, una collisione nel traffico tra la #7 e la DeltaWing costrinse entrambe le vetture a delle riparazioni. La #7 riuscì a tornare ai box mentre Motoyama impiegò un’ora e mezza a riparare la sua vettura, spinta dietro alle barriere dai commissari di percorso, grazie alle istruzioni fornitegli dai box. Nonostante lo sforzo, l’auto fu costretta al ritiro. Audi controllava le tre posizioni sul podio, con la #1 in testa. Ritornata in pista, la Toyota #7 fu costretta al ritiro a causa di problemi al motore dopo 10 ore di gara.
La mattina, un testacoda per la #1 alle curve Porsche costrinse Fässler ad una sosta ai box per riparare i danni dovuti al contatto con le barriere, consegnando la testa della gara alla #2. Il contatto di una Rebellion con le barriere alle curve Porsche richiese un nuovo intervento della safety car, consentendo a Lotterer di tornare in prima posizione durante i pit.
I detriti persi da una Corvette sul rettilineo di Mulsanne causarono danni al posteriore della #1, che però restò in pista e continuò la sua marcia, per poi perdere due minuti al pit a causa delle riparazioni effettuate dai meccanici. Rientrata in pista, la #1 battagliò con la gemella #2 per diverse ore, grazie anche alle diverse strategie al pit. Un nuovo testacoda per la #1 all’ingresso della pit lane consegnò di nuovo la prima posizione alla #2.
A due ore dal termine, l’Audi #3, nelle mani di Gené, finì nelle barriere all’uscita della chicane di Mulsanne, rompendo la sospensione destra anteriore. Poco dopo McNish, sulla #2, ebbe una collisione con una Ferrari GTE e fu costretta a fermarsi ai pit per riparare i danni, perdendo un giro dalla #1 di Lotterer.
Lotterer dovette solamente portare la vettura al traguardo in prima posizione, con un giro di vantaggio sulla gemella #2. A tre giri di distacco la R18 ultra di Jarvis/Bonanomi/Rockenfeller chiude in terza posizione.
Marco Rocchi
Foto. 24 Hours of Le Mans
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